Moda stostenibile

È risaputo ormai che una delle industrie più inquinanti sia quella della moda, per questo motivo è anche una di quelle che attira più attenzione quando si parla di sostenibilità ambientale. Tuttavia, da qualche tempo ormai si sta facendo strada una nuova idea di moda, la “moda sostenibile”, favorita dal fatto che i consumatori siano sempre più orientati verso uno stile di vita green e attenti alle modalità e le componenti con le quali i capi che indossano sono realizzati. 

Quando si parla di moda sostenibile si fa quindi riferimento a una moda che rispetta l’ambiente in ogni fase del processo produttivo: dalla scelta dei materiali, passando per la produzione fino alla distribuzione, il tutto nell’ottica di ridurre al minimo l’impatto ambientale.
Il termine “sostenibile” poi non è da collegare solo all’ambiente ma anche al contesto lavorativo in cui i capi vengono prodotti: questo tipo di moda mira a migliorare le condizioni dei lavoratori, evitando il loro sfruttamento e fornendo loro una remunerazione più adeguata.

Tra i brand più conosciuti che stanno abbracciando questo nuovo concetto e che stanno provando, con le loro collezioni, a rispettare sempre di più l’ambiente troviamo Patagonia.
Nato da un’idea di uno scalatore statunitense per mettere in vendita prodotti per l’arrampicata, sin dall’inizio della sua esistenza Patagonia si è sempre contraddistinto per l’attenzione alla sostenibilità dei suoi prodotti: dai chiodi per praticare arrampicata studiati in modo da danneggiare il meno possibile la roccia alla produzione dei propri articoli con materiali eco-friendly, tra cui il poliestere riciclato.

La storia di Patagonia, anche se molto interessante, è conosciuta e spesso oggetto di copertura mediatica: abbiamo quindi cercato e intervistato per voi alcune storie di brand tutti italiani che ci hanno raccontato la loro idea di moda sostenibile e responsabile: 

 

Ecofuture, progetto di moda con materiali naturali al 100%

Ecofuture è un progetto nato nel 2018 con l’obbiettivo di creare capi d’abbigliamento completamente naturali e sostenibili dal punto di vista sia ambientale che sociale.
Il progetto nasce avendo alle spalle l’esperienza di Madiva, azienda tessile biellese nel campo dell’abbigliamento del 1953, che garantisce quindi il proprio know-how ed esperienza nel settore.

Ecofuture mette al primo posto la sostenibilità sociale del progetto, fabbricando tutti i prodotti in Italia e gestendo tutti i processi aziendali per permettere il controllo e gli standard delle condizioni di lavoro in ogni lavorazione.
Per questo motivo la scelta dei fornitori ricade unicamente su aziende certificate GOTS (Global Organic Textile Standard) sulla qualità dei materiali e con certificazioni che confermano il rispetto degli standard nei processi precedenti.

Uno dei punti di forza di Ecofuture è sicuramente quelli di essere stati i primi a utilizzare, su capi intimi, la tintura completamente naturale, estraendo il pigmento da frutta e verdura, per renderlo completamente anallergico. 
Inoltre attraverso il loro tintore, con tecniche brevettate e particolari proprietà del limone, riescono anche a fare lo strato esterno, che di solito richiede in ogni caso l’utilizzo di materiali sintetici e quindi ad avere un prodotto realmente al 100% di origine naturale.
Ecofuture ci ha parlato della  difficoltà di entrare nel mercato con un articolo così ricercato nei materiali e nella produzione, portandosi dietro quindi tutti i costi aggiuntivi e di conseguenza un prezzo più elevato, che deve essere quindi compreso dal cliente.

In futuro l’obiettivo del brand è di riuscire a conseguire gli stessi standard e certificazioni ottenuti per la lavorazione del cotone organico, anche con i tessuti di lana e seta che comportano maggiori complessità. Si prevede inoltre di introdurre una linea rivolta ai bambini, auspicandosi per questa tipologia di mercato una maggiore attenzione da parte degli acquirenti alla scelta di materiali naturali e sostenibili. 

Grazie alle prospettive offerte da Ecofuture e Madiva, abbiamo potuto analizzare l'evoluzione dell'offerta e della domanda di prodotti naturali e sostenibili, in continua crescita. Questo trend ha portato a un mercato con una presenza sempre maggiore di aziende orientate alla sostenibilità. Tuttavia, è fondamentale vigilare sul reale impegno di queste aziende, per evitare che seguano semplicemente la tendenza del mercato senza offrire veri prodotti sostenibili.

 

FAIR ENOUGH, come la responsabilità influenza il mondo della moda

L’idea di Roberto Tortia, il fondatore, nasce dalla loro insoddisfazione per l’ assenza di un brand o capi di moda che unissero il trinomio responsabile, casual e accessibile: decidono quindi di farla diventare realtà nel 2020 a Torino.


Il primo caposaldo del progetto è la responsabilità, sia ambientale che sociale, considerata dai fondatori più vicina alle persone e concreta rispetto alla sostenibilità, cioè: una persona può definirsi responsabile sotto diversi aspetti, ma dire di essere sostenibile è una definizione più astratta, che crea più distanza e meno specificità.

Per raggiungere questo livello di responsabilità, FAIR ENOUGH utilizza prevalentemente materiali certificati GOTS per il cotone organico ed equivalenti per altri materiali. Sul piano sociale, le stampe e i ricami sui loro capi sono realizzati all'interno del carcere di Torino.Questo approccio offre ai detenuti e agli ex detenuti una concreta possibilità di reinserimento, riducendo il tasso di recidiva dal 90% al 10%. Contemporaneamente, sensibilizza il mercato su un tema spesso trascurato in Italia, dimostrando come un'impresa possa avere un impatto positivo sulla società.

Una grande difficoltà per affermarsi in questo mercato è riuscire a dare valore al proprio prodotto e comunicarlo efficacemente ai clienti. In questo contesto, FAIR ENOUGH ha trovato molti partner tra aziende e organizzazioni che condividono la loro filosofia, scegliendoli per la produzione di abbigliamento aziendale o merchandise. Questo approccio non solo rende più responsabile una parte significativa della clientela, ma offre anche un ritorno sociale più ampio.

In futuro, il progetto mira non solo all'espansione, ma anche a sensibilizzare e responsabilizzare le persone su temi importanti. Questa missione verrà perseguita attraverso laboratori organizzati nel nuovo store di Torino e la partecipazione a cogestioni scolastiche, con l'obiettivo di trasmettere i propri valori anche ai più giovani. In questo modo, si spera di contribuire alla creazione di una società sempre più responsabile e consapevole.
 

 

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